mercoledì 2 giugno 2010

QUESTIONE DI LUCE

Ai piedi indosso le mie nuove Rokin. Porto pure gli occhiali, perchè sono parecchio stanco, e quando sono stanco ci vedo poco. Ascolto musica dalla radio, a caso, ed è un qualcosa di nuovo: nel mio viaggio, otto gironi senza musica, da non crederci, conoscendomi. Ho ascoltato i suoni di una città che credevo di conoscere, e invece mi ha stupito come una prima volta. Ho ascoltato la voce automatica che annuciava la fermata della metro; ho ascoltato le mille diverse pronucie dell'inglese perfetto degli svedesi; ho ascoltato le spiegazioni di Lucio, in bilico tra spossattezza fisica e una conoscenza irraggiungibile; ho ascoltato il rumore del traffico di Stoccolma, che seppure non esista, si sente (aimè); ho ascoltato l'urlo solitario di qualche gabbiano che audace s'avventurava nel lungo fiordo fino a Nyborg.
Sono rigonfio di sensazioni, emozioni, ricordi ed idee, come ogni volta che rientro da un viaggio. Giusto così, farò ordine più avanti. Ora do spazio e tempo a ciò che spontaneamente esce da me.
Dunque, mi concedo due pensieri.
Il primo. La luce. Cazzo. E' tutta questione di luce. Guidavo poco fa lungo l'autostrada a4, tra brescia e verona, ove è spirato per oggi il mio ultimo raggio di sole. A stoccolma nel frattempo probabilmente si vedeva ancora così bene che un bimbo cercava con successo la sua biglia nel bel mezzo della confusione di gambe di stureplan. Ok, la latitudine gioca la sua carta scentifico climatica, riguardo tempi, orari e posizione. Ma il colore, il Colore, quello no. Qui c'è il nero, profondo e triste. Là c'è il blu, seppur scuro. E il blu esiste perchè da qualche parte c'è una candela la cui fiamma non uccide il buio, ma lo illumina. Stoccolma.
Il secondo. La poesia. E' anche tutta questione di poesia. O meglio, di saperla trovare, vedere, capire, condividere. E sono felice di me stesso per questo, perchè alla soglia dei miei 350 mesi di vita, provo a trovare della poesia in tutte le cose che faccio, o quasi tutte. E ne sono felice.
Buonanotte lettori inesistenti.
Buonanotte.
n.


BALTICO (UTO)

Fuori, da quel vetro
mare. Scuro ed increspato.
Nuvole dal netto profilo,
e isole, rigonfie di pini.

Dentro
una bottiglia di birra chiara,
il riposo di una vecchia reflex,
lo scrivere di un uomo pieno di sogni.

Salgo le scale,
il vento di nave mi spettina
questi capelli colore di fieno.
Lo sguardo, bolina.

Mai così solo.
Mai cosi lontano.
Mai così sicuro.
Mai così. Vivo.


27.5.2010


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