mercoledì 29 settembre 2010

A VOLTE RITORNA...



BACK TO STOCKHOLM
arrivederci a presto...


venerdì 24 settembre 2010

MEMORIE SARDE/2. RICOSTRUZIONE DI TRE ATTIMI.



Adoro, certe volte, ricostruire attimi. Già vissuti.
Ho acceso una candela, poi la luce fioca della libreria. Siedo al mio tavolo, il bicchiere contiene della grappa appena versata. Definirei la mia postura indiscutibilmente svaccata, non porto indumenti sul torso. La finestra della sala è aperta, ma non entrano rumori. Solo una leggerissima brezza ormai fresca, ma non troppo.
Ricostruisco mentalmente un attimo, un mese fa, Sant'Antioco. Mi tornano in mente tre sensazioni, memorie, il cui tempo però, permane.
Uno. Un auto, blu per chi conosce, marrone di polvere per chi vede, viaggia lenta al sole tardomattutino a Sant'Antioco. Lenta. Cerca. Dai finestrini ribassati qualche nota permette ad un passante di percepire e riconoscere un pezzo di Franco Battiato. L'attenzione va tutta sul testo; non vede, costui, ne guidatore, ne passeggero.
Due. Ragazzi, in costume, senza quel sole addosso che nuoce. Pomeriggio pieno, un paio di nuvole che non negano all'acqua di cala di CalaGrotta l'unicità di un verde smeraldo macchiato di blu oceano. Un tuffo. Due tuffi, Tre tuffi. Un altro tuffo, il mio. Roccia grigia coma quinta teatrale, apnea di superficie, paura che svanisce in un attimo. Sospensione. Poi, pluff.
Tre. E' tardi, non c'è luna, del pesce fresco cucina all'acqua pazza sopra un fornello di fortuna. Profumo, dilaga nel silenzio e nella semplicità. C'è qualcosa però che non quadra, troppa acqua. Non bolle, cazzo, rischia di lessare. Ve la immaginate una vita lessata ? Morbida, all'inverosimile, chiara, tenera, lunga, affogata senza grida nell'acqua pazza. Lessa. Ve la immaginate ?

mercoledì 22 settembre 2010

MEMORIE SARDE/1. UNA POESIA.

Odore leggero
di poseidonia che riposa
al sole, tra sabbie
sottili, già forti
scirocco che sale
un paio di vacche
dormono, oltre lo stagno
e una bimba rincorre
limoni, a piscinni.




martedì 21 settembre 2010

SONO ESAUSTO.

Sopra il mio tavolo-scrivania-scrittoio sono adagiati casualmente: un paio d'occhiali da riposo, un pennarello blu, due book di viaggio, un'agenda, una guida della svezia, una macchina fotografica, un mouse che non sto usando, un tappetino per mouse, un bicchiere maledettamente già vuoto, un caricabatteria da pc, un hardisk esterno, un cucchiaino da zucchero (ancora dal caffè di stamattina), un cellulare, una brochure dii hammarbysjostad, una custodia per macchina fotografica, un foglio appuntato con lunghissimo elenco di cose da fare, una memory card, un secondo bicchiere con un residuo d'acqua, un mazzo di chiavi d'auto, due bottigliette 0.33 vuote di birra pedavena, due fogli con appunti per un book, una borsa di tela rigonfia di carte e depliant, due pacchi di fotografie a colori delle ferie in sardegna, una fattura da pagare della Edison, un libretto sulla biblioteca municipale di Asplund a stoccolma, una matita 'ovvio' senza punta, un metro da cantiere in legno.
Ora voi provate a trovare il filo conduttore tra tutti questi oggetti: non sarà difficile trovarne o inventarne uno, ma il risultato magari non sarà ne realtà ne verità e magari verrà classificato come sogno o racconto o finzione.
Una realtà invece sotto c'è, e pure una verità: lavori diurni, lavori notturni, book, pratiche, appunti, appuntamenti, orari a volte flessibilissimi a volte ferrei, desiderio di ritagliare momenti, caffè doppi e lunghi per svegliarsi, birre che dissetano fatiche sportive, acquisti della domenica pomeriggio, ristrutturazioni d'appartementi che richiedono scelte carte documenti schei ragione, vista che t'abbandona, computer non spento da giorni a cui è concesso solo il lusso dello stand-by, viaggi alle porte, fotografie di momenti in purezza e sintonia tra le pietre feltrinesi, auto che riposano in corte, archivi pronti all'uso, ricordi di una estate, scelte, fretta, ansia, ritmo, futuro?, stanchezza.
Stanchezza da moltitudine. Stanchezza da troppo. Stanchezza da scadenze. Stanchezza.
Sono esausto, in soli venti giorni ho completamente perso quel ritmo quei valori quella salute quegli obiettivi quella serentità che avevo riguadagnato dalla vita dopo un mese di sardegna.
E tutto questo comporta pure rinuncia ad un aperitivo con un amico, ad un libro aperto sul comodino, all'ascolto di un disco tutto filato, ad una cena con di fronte un paio d'occhi verdi, ad una bottiglia bevuta con calma, ad una poesia lasciata fluire e scorrere tra testa dita e penna, ad una chiaccherata serena con un compagno, ad una scelta ragionata con calma, al piacere di ricordare. Ad. Al. A.
Sono esausto, e chiedo perdono a tutti coloro che magari mi leggono distrattamente sperando di capirci qualcosa di più sul cappe che torna dalle vacanze e non si fa più sentire, sul cappe che snobba un invito, sul cappe che ritarda o rimanda un appuntamento, sul cappe che si dimentica di quella cosa importantissima per te, sul cappe che si addormenta nel divano di una amico che non vede da giorni, sul cappe che non urla e non regala adrenalina e sorrisi nel parquet, sul cappe che glissa, scappa, si nasconde, tace, scompare, si dilegua, schiva, illude, chiude, siede. Sempre con quel cervello altrove.
Sono esausto e chiedo perdono, una volta sola, senza la pretesa che capiate tutto e senza dovermi giustificare con tutti sui perchè. E pure senza coerenza, perchè ad un certo punto chi cazzo se ne frega della coerenza.
Sono esausto, e scrivo. Scrivo DA esausto. E stasera scrivo per me sopratutto, non me ne vogliate. Scrivo per togliere un pò di tutta questa stanchezza che mi sta solidamente addosso. Appiccicata. Scrivo perchè così mi alleggerisco un poco, e domattina riuscirò ad alzarmi e ripartire.
Sempre che non mi prenda la notte, ed il sogno.
Sono esausto.

martedì 14 settembre 2010

DI RADICI, DI APPARTENENZE E ALTRE STORIE


Radice non è solo la scatolina in legno dei ricordi che nascondi nell'angolo più remoto della tua stanza, al riparo dall'ennesimo spasimante curioso.
Appartenenza non è solo il tuo paese natale, il numero di telefono di casa del tuo fidato amico d'infanzia che abita sempre là, non è la battuta sempre uguale di tuo padre quando gli dici che parti per un'altro viaggio.
Futuro non è solo una data che leggi nel calendario da tavolo della tua scrivania, non è solo un biglietto d'aereo prenotato tra due mesi, non è neanche solo il pancione di tua cugina che cresce di mese in mese.
Radice è un serpente di legno di pero che penetra la terra, e s'aggrappa a qualche pietra, e dona tutta la sua energia ai primi sconosciuti che lo abbracciano.
Appartenenza è corpo disteso che riposa e s'abbandona a domande consuete, fatte da voci che ti sembra di non conoscere, ma forse conosci da sempre.
Futuro è bacino che si muove timido e forte sopra un pezzo di cuoio, muscoli al galoppo su colline che iniziano a cambiar colore per accogliere l'autunno, vento in faccia.
Radice è un tavolo al sole, imbandito a festa, cibo e buon vino, sorrisi progetti incertezze, occhi nuovi, famiglia.
Appartenenza sono quattro coperte e dodici corpi, naso all'insù, un cielo di stelle, protetti da uno scrittore, osservati da quintali silenziosi di carne ignara del certo macello.
Futuro è una passegiata nei colli, una pasta al radicchio, una marmellata con le coccinelle, obiettivi che sparano, una voce che canta tra vecchi atrezzi contadini, un mirto ghiacciato, un caffè lungo, un sole che scalda, un viaggio di ritorno in prima corsia, una confidenza prematura ma pura, un aperitivo notturno, un abbraccio, una promessa, un saluto, un viaggio.
E' strano a volte trovare radici, trovare appartenenza, trovare storie, quando non le stai cercando. Grazie Roberto. Grazie Enrico. Grazie Ilaria. Grazie Riccardo. Grazie Stefanos. Grazie Valentina. Grazie Elisa. Grazie Stefano. Grazie Ilaria. Grazie Devid. Grazie Nino. Grazie Pepe. Grazie Sandro. Grazie Dante.

sabato 11 settembre 2010

RIMANE

Rimane dolcezza. Dolcezza di quiete, da moto, lento, viaggio.
Rimane profumo. Profumo di macchia, ginepro, corbezzolo, timo, rosmarino, mirto.
Rimane pelle. Pelle sotto altra pelle, evaporata per grazia di sole e di vento.
Rimane immagine. O immagini, colori, che veloci si rincorrono sotto sguardi diurni di occhi bruciati dal sole.
Rimane sapore. Sapore di pane sottile sottile, per resistere al tempo e donare fragranza al pastore.
Rimangono calli. Calli su mani e su piedi,e verruche, prezzo di un mese sbadato ma puro.
Rimane terra. Terra che non si decide ad abbandonare l'antro di pelle di un tallone che per giorni ha fatto l'amore col suolo, nudo.
Rimane odore. Odore acre di vestiti non ancora lavati, che risale narici, e porta in dono ricordi.
Rimane dispensa. Dispensa ricca e poco costosa, certificazione pretenziosa di tipicità assunta.
Rimane stanchezza. Stanchezza morale per una terra madre che solo raramente si dichiara radice.
Rimane dubbio. Dubbi. Dubbi su scelte importanti, attuali, anticipi.
Rimane abitudine. Abitudini: caffè doppio il mattino, una birra a pranzo, la bottiglia di sera, il sonno che ti coglie all'inprommuso.
Rimane imbarazzo. Imbarazzo per ansie e volti e dinamiche e perchè.
Rimane buio. Buio di pelle, la pancia, crociata contro razzismi e diversità. Inno alla fratellanza, seppur fittizia.
Rimane una casa. Casa o rifugio ? Immobile. Immutata. Che non sente il tempo, non conosce gelosia, e ti accoglie, in silenzio, ti coccola.
Rimane parola. Parole. Scritte. E non scritte. In attesa, nel macero dello stomaco e dei ricordi.
Rimane sardegna. Isola, antica.
Rimane marco, semplice, vivo e fragile.
Rimango io, foglia.
Rimane vento. Vento in faccia. Alzo le braccia. Pronto a ricevere il sole.
Anima in pace. Quando tutto tace.

lunedì 6 settembre 2010

TORNAR



1 partenza. 3411 km in auto. 354 miglia in traghetto. 30 giorni. 57 mezze giornate di sole. 2 mezze giornate di nuvole grigie. 1 mezza giornata di pioggia piuttosto innocua. 2 auto (1 oceano mare). 5 traghetti. 1 catamarano. 2 gommoni. 1 bicletta. 1 ciao mix (IL ciao mix). 3 parenti. 9 conoscenti. n persone. 1 amico. 2 stati. 5 isole. >60 paesi-luoghi visitati. 45 spiagge. 30 giorni DENTRO il mare. 8 bagni in piscina. 7 libri letti. 3 guide studiate-consultate. 3 mappe consultate. 1 macchina fotografica digitale. 1 macchina fotografica analogica. 1 mazzo di chiavi di casa nascosto nel bauletto. 1 mazzo di chiavi auto. 1 letto. 1 specie di letto. 1 materassino autogonfiante (miglior acquisto del viaggio). Pochi pranzi (solo la prima settimana). Ottime e ricche cene. 8 trattorie-ristoranti-rifocillerie. >n birre (presenti OGNI giorno). >30 bottiglie vino (presenti OGNI cena). 4 bottiglie di mirto. >n carasau (presente OGNI giorno). 0 punture di zanzare. 3 punture di strane mosche. 1 puntura di medusa (curata miracolasamente e tempestivamente dalla tecnica mantiero). n pensieri. <2 mostri. 0 progetti. 3 brevi racconti scritti. 0 poesie (difficile scrivere poesia mentre la stai vivendo, la poesia). 1 ritorno.

numeri numeri numeri. alcuni dei numeri possibili.
numeri di un viaggio. uno dei tanti viaggi possibili.
viaggio in sardegna. 03/08>01/09.

bentornato, purtroppo.



"E forse infine non avremmo niente
perchè non difendemmo l'avvenire
volgendo i nostri sforzi sul presente
piuttosto che attrezzarci per morire.
Beviamoci un caffè dolce compare
che il nostro è un viaggio semplice e leggero
sarà altrettanto facile inciampare
succede a chi cammina e guarda il cielo."