martedì 31 maggio 2011

FARE L'ORTO




Fare l'orto era uno dei miei Vorrei arrivati con l'anno nuovo. Sto mantenendo i desideri.
Premetto la verginità dell'operazione, e la mia assoluta incompetenza in materia. Entrambe cose che mi hanno portato da Marzo a cercare un maestro, un idea, una strada, un percorso. Prima il nonno che mi ha dato poca corda, poi il simpatico omino del Consorzio tutto schiena storta e faccia tonta, poi il Web dove tutti sanno tutto ma nessuno sa niente, e poi Lele coi suoi preziosi consigli, e mio padre. E insomma, un paio di mesi e quasi mi ero scoraggiato: ci sono mille modi, altrettante tecniche, diverse scuole di pensiero. Un gran casino.
Mi sembrava una di quelle ennesime cose che a seguire qualcuno o qualcosa ce ne uscivi matto, e allora mi sono alzato le maniche e ho fatto l'autodidatta. Tutto o quasi di testa mia, qualche piccolo buon consiglio, come le lune, o la cenere, e poi via di esperimenti.
I capisaldi della mia esperienza: stabilire un rapporto umano-confidenziale-artistico ma sopratutto intimo con la terra, i suoi abitanti minuscoli, i semi, le piantine e tutto il miscrocosmo; cercare di essere il più naturali possibile, zero concimi, zero chimica, nulla di elettrico o meccanico, solo braccia e pazienza e sudore e unghia sporche e carezze e sole e acqua; trovare una quotidianità, una regolarità, nel rapporto tra me e il fare l'orto; volergli bene, curarlo, ma anche lasciarlo un poco libero di fare quel crede, senza stargli addosso tutte le mattine per forza.
Vabbè, so già che verrò preso per matto, ma le mie credenziali, da inizio aprile, hanno già dato i loro frutti come ben si evince dalla sessione fotografica. La settimana scorsa il primo raccolto degno di nota, e da allora il gusto e la soddisfazione di cibarmi con un autoprodotto, sudato e orgogliosamente guadagnato. Sedano, cetriolo, zucchino (con fiori da scappottare), pomodori (spontanei!), more, radice di cren, salvia (salvata dalla morte), lattuga, cicoria, rucola, basilico, rosmarino, menta in due varietà, melone, tegoline, peperoni, melanzane, e poi qualche pianta da frutto come ciliegio, mirtillo, lampone, susina che vanno a fare compagnia al caro pero.
Adesso, nessun trattato ortofrutticolo, ci mancherebbe, ma solo la gioia di condividere un piccolo progetto che mi sta gratificando, e sta riuscendo, perchè fatto con fatica ed amore, schiena piegata e centinaia di punture di zanzare, sole e pioggia, birre ghiacciate e pomeriggi domenicali, unghie da pulire e rispetto per quel piccolo pezzo di natura.
Se qualcuno vorrà assaggiare della salata, o mettere in bocca un lampone, o ammirare un fiore di zucca, o tra poco addentare un pomodoro, mi suoni il campanello.
Sarà il benvenuto.

mercoledì 25 maggio 2011

ODIO

Odio. Odio avere giornate del cazzo. Odio sprecare il mio tempo. Odio consumare le mie energie, che già son poche. Odio il tonno sott'olio, perchè ha il sapore di un salvagente. Odio le zanzare che si fanno beffa della mia pazienza, quando sono sull'orto. Odio certi committenti che pensano di essere saggi perchè hanno in mano una banconota affilata di superficialità. Odio le televisioni sempre accese nelle case delle persone, adatte solo a nascondere le cose non dette. Odio la brevità della primavera, che non è più chiamabile 'stagione'. Odio le persone che mi cercano solo nel tempo in cui sperano di possedermi. Odio i consigli, sopratutto quando sono convinti di una direzione. Odio la lontanza dalle cose belle. Odio chi approfitta della mia stupida disponibilità. Odio le tasse, le imposte, le finte agevolazioni, che alla resa dei conti, non mi danno alcun vantaggio rispetto alla vita. Odio la coca cola. Odio il vino troppo buono, perchè mi sa da falso. Odio le persone che stanno assieme solo per comodo e non per amore e nemmeno per scelta. Odio i progetti che sfumano, per un motivo o per l'altro. Odio, ma capisco, chi non capisce. Odio il denaro, la moneta, e tutto ciò che diventa limite od ostacolo ad un desiderio. Odio cenare senza grazia, con lo schifo addosso, perchè sfamarsi è un lusso nonchè un dono prezioso. Odio sudare camice senza produrre un benificio al mondo o anche al più piccolo essere che mi passa accanto. Odio essere salvato. Odio quando mi tremano le dita con la matita in mano perchè ho appena scaricato un camion. Odio rispondere sessantaquattro volte al telefono in un giorno. Odio chi ha inventato il telefono. Odio, anche se mi fanno una certa tenerezza, gli operatori dei call center. Odio chi ha sempre una risposta per tutto. Odio chi odia le lumache, che rovinano il raccolto, ma cazzo avranno pur fame anche loro. Odio il Modus Operandi Accademico e tutto questo piegarsi a novanta perchè? perchè si. Odio me stesso, quando il me stesso è ricco di idee non realizzate. Odio le ferrovie dello stato che sono diventate un divaricatore sociale senza coscienza. Odio l'attesa che mi separa da amici lontani, viaggi ipotizzati, sogni sognati. Odio la mia caviglia gonfia senza un perchè. Odio pulirmi il culo con i fazzoletti tempo perchè la carta igenica è finita. Odio la stufa spenta e pulita che continua ad osservarmi. Odio bere un bianco, una birra da mezzo e una bottiglia di rosso ed esser ancora sobrio. Odio le formiche che fanno avanti e indietro per le ferie e turbano i miei amici. Odio gli idraulici, che dimenticano appositamente il significato di coerenza rispetto e gratudine. Odio i mattoni facciavista. Odio il colore rosetta, rossastro, giallino dei mattoni facciavista. Odio bruciare il riso integrale, dopo cinquanta attenti minuti di cottura. Odio i conservanti sul cibo nello stesso modo con cui odio la tinta sui capelli. Odio me stesso quando si abbandona alla facile bestemmia consolatrice. Odio venire a sapere le cose dagli altri, quando è una vita che mi impegno per cercare di dire tutto faccia a faccia. Odio il mondo, che è così grande, e forse sarà impossibile visitarlo tutto. Odio chi vorrebbe cantare le profondità dello spirito umano senza ricercarne anche solo una sfumatura. Odio il vino troppo dolce e magari pure frizzante. Odio chi perde la pazienza sempre, perchè perderla a volte è concessoì, ma sempre no. Odio la fretta che questa società cerca di iniettarmi nelle vene. Odio il mio ghiaccio che si scioglie sempre in modo troppo puntuale. Odio il cavolfiore. Odio le bugie perfide. Odio qualsiasi forma di negazione della libertà. Odio chi non ammira il dubbio. Odio l'inverno profondo che si dichiara nei miei capelli sempre piu' bianchi. Odio chi mi stima e mi applaude solo quando produco o quando divento fenomeno da baraccone. Odio provare tutta questa rabbia. Odio trattenere le lacrime. Odio i libri non finiti. Odio la mia chitarra, e il mio inglese, e tutte le cose non terminate. Odio chi non sa trovare tra la spazzatura i fiori. Odio essere prolisso. Odio odiare, ma non posso farne a meno. Odio. Vi odio. Odiatemi.

"..per la mia rabbia enorme mi servono giganti.."

martedì 24 maggio 2011

SONO SETTANTA

Rendo omaggio, quando mi ricordo, ai grandi maestri.
BUON COMPLEANNO BOB.



May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

venerdì 20 maggio 2011

MARINAI, CAPITANI, PROFETI, OCEANI E BALENE

E' passato quasi un mesetto dall'uscita dell'ultimo album di Vinicio Capossela "Marinai, profeti e balene". L'ho ascoltato diverse volte, e ho mancato per poco il concerto di Vicenza. E' un disco complesso, richiede pazienza e un poca di predispozione sia di stomaco che di orecchio.
Sorrido al pensiero che questo suo ultimo lavoro abbia parecchi punti in comune alla storia che ho iniziato a costruire dentro me negli ultimi anni: l'oceano mare, il capitano acap, l'albergo balena, i miei due nuovi amici pinnati E4 e Lion, e tutto il mio fondale marino.
Non credo che tutto nella vita accada per caso, non credo neanche ad un destino già scritto, ma mi piace pensare ad una ragnatela, un sistema intricato di fili che disegnano forme non conosciute, come nella città di Ersilia del romanzo di Italo Calvino 'Le città Invisibili'.
Tornando a Capossela, vi invito ad ascoltare l'intervista di presentazione del suo nuovo album (nel link sottostante). Buon Sentire.


http://soundcloud.com/lifegateradio/intervista-a-vinicio


martedì 10 maggio 2011

SURPRISE

E poi. E poi, arriva, arriva sempre, quando proprio non te l'aspetti.
E poi arriva quel fume di lacrime che mesi, forse anni, anni addietro, avevi salutato, una sera di tarda primavera, una sera di festa, una festa di laurea, uno di quei momenti che mai ti saresti aspettato.
Perchè il bello eterno, il bello che non può conoscere fine, abita le stanze della sorpresa, passeggia, sornione, ma non meno consapevole, i corridoi di un palazzo chiamato 'oggi', che tralasciando i rotocalchi gossippiani, ha il sapore di poesia, ma poesia non è, perchè è, naturalmente, realtà.
E allora basta una frase, in un film che qualcuno ti ha argutamente consigliato mesi addietro, basta una frase tradotta, dalla lingua originale, basta una frase tradotta di un film a svuotare la sentina di un uomo. Perchè tutti noi, laggiù, fatichiamo a fare pulizia, e prosciugare, e.
Sei pronto ?
No, mai, quando mai, mai. Mai sarò pronto, mai, saremo, pronti.
E il bello, e il poetico, e il lacrimante, e il profondo, e il leggero, e il gioioso, grazioso, vitale, aerante, solare, ventoso, incerto, e se volete inserire l'aggettivo che più preferite inseritelo perchè ognuno di noi ha il suo e nessuno deve nascondere nascondersi tacere, anzi, l'unica cosa bella, è, urlare.
Urlare. E non c'è urlo più dannatamente vivo e bello di un pianto silenzioso, magari alla luce di un qualche cosa, magari davanti qualcuno, magari.
Non c'è cosa più bella di una sorpresa. Che sia la vita a fartela, o un amico, o una canzone, o qualcosa che credevi perduto, o il destino, o la ragione, o tuo padre, o tua figlia, o un cane, un fiore, un'idea, un ortaggio, un film come nel mio caso, un verbo, un raggio di sole, un bacio, un dolore sopito, una rinuncia, un sighiozzo trattenuto, un libro, un aquilone, un traguardo, una morte, o una gioia, un futuro, un minuto, un soffio di vento, o una sfumatura, una tristezza, un gelato al limone, un sorriso.
Ovunque andiamo, distante, lontano, altrove, fuori via, noi non facciamo altro che aprire sempre di più quella porta affinchè una sorpresa ci viaggi dentro. E lo facciamo solo perchè quando una sorpresa ci viaggia dentro, si piangono lacrime di gioia, naturalmente.

domenica 8 maggio 2011

SALVEZZA CUORE ISOLA

Oggi mi son ritrovato dopo dieci giorni buoni di silenzio, a preparare la borsa di basket da riconsegnare alla società. In casa pelava una corrente d'aria, suonavano i C.S.I. alle casse dello stereo e la luce delle cinque ammaliava come sempre. Il sapore di quel momento era dolceamaro, mischiava soddisfazione a stanchezza, gioia contenuta a tristezza d'epilogo.
In settimana siamo riusciti a conquistare la salvezza e quindi la permanenza al campionato Promozione; non era proprio l'obiettivo prefissato ad inizio anno, quando le speranze erano più sostanziose, ma in 8 mesi accadono tante cose, e penso sia normale spostare la mira.
Mi piace innanzitutto pensare che siamo arrivati alla fine di un percorso abbastanza intatti, stanchi, qualcuno deluso, scarichi d'energie mentali, ma abbiamo tagliato il traguardo. Come una vecchia macchina di rally che durante la gara ha sbattuto più volte contro il guardrail, si è pure ribaltata, ma tutta ammacata è riuscita a passare l'arrivo pure prima di altre.
Sono soddisfatto perchè anche quest'anno ho imparato qualcosa di nuovo, ho conosciuto persone che stimerò, ho evitato di ingrassare di 10 kg, ho lasciato la pelle delle ginocchia in più di qualche palestra, ho sorriso, sofferto, sopportato, a volte trainato.
Sono stanco perchè praticare dello sport in modo semi-serio richiede impegno e costanza, ed è difficile coordinare i vari impegni di lavoro, la salute a volte non al massimo, i viaggi, il riposo, con tutto questo. Sono stanco purtroppo anche di avere a che fare con la poca umiltà di alcune situazioni o persone, sono stanco di dover spesso rinunciare ad idee e modi di essere miei per poter tener l'equilibrio di gruppo in certe situazioni, sono stanco di sacrificarmi quando altri non si sacrificano. Forse mi illudo di credere ancora che uno sport di squadra sia appunto uno sport di SQUADRA.
Gioisco perchè il campo e lo sport mi hanno insegnato ancora una volta che nessun risultato è scontato, e qualsiasi cosa si deve guadagnare e sudare sul campo, sui muscoli, sulla pelle, sulla palla, su OGNI palla; gioisco perchè una salvezza conquistata faticando forse troppo rispetto alle nostre qualità tecniche, continuerà ad insegnarci qualcosa anche nel futuro, a livello sportivo ed umano. Invece una aspettata eliminazione ad un qualasiasi turno di playoff sono certo che ci avrebbe donato molto meno.
Gioisco perchè sento che dopo un anno personale difficile e in sordina, ho potuto dare qualcosa di importante in campo sopratutto nelle ultime 4 gare che ho giocato, tutte vinte, battagliando sempre e non tirando indietro mai neanche un pelo, senza parlare o protestare, con il sorriso sulle labbra e le vene pronte ad esplodere all'ennesimo tuffo, accettando errori e limiti, e cercando di mettere sempre il fuoco che mancava e serviva.
Sono triste perchè per arrivare alla fine di quest'anno abbiamo dovuto sacrificare un allenatore, e la colpa principalmente era nostra, sono triste perchè abbiamo perso per strada qualche compagno che reputavo diverso, sono triste perchè mi aspettavo un inizio stagione differente e sono convinto che se alcune scelte fossero state diverse ora scriverei altre parole, sono triste perchè ad oggi vedo un futuro difficile per una società e dei compagni, amici, che stimo.
Sono triste perchè sò già che mi mancherà quella maledetta palla a spicchi, l'anno prossimo, e anche il parquet blu del palazzetto Isola, il ferro, la retina, gli omini vestiti di grigio, le urla del coach, i discorsoni del presidente, la borsa da preparare in pochi secondi dopo lavoro, le gran birrette a fine allenamento, la doccia tutti assieme, lo shampoo a scrocco, le mie ciabattine gialle, il cuore in tachicardia e l'intestino ko nei momenti cruciali dell'anno, sensazioni che solo un'innamoramento o un esame difficile ti possono regalare.
Sono triste per tutto ciò ma vogli riposarmi almeno un anno, riprender fiato, lasciare che si sistemino altre cose della mia vita, ricaricare le batterie, riflettere, attendere.
So che mi capiranno tutti, almeno lo spero.
Ringrazio Paul, Mattia e sua sorella, Pier, Tonno, Zara, Omar, Asso, Pasta, Rode, Balax, Cec, Dade, Gneo, Giò, Bibo e il principe Masiello.
Ringrazio, un poco meno, ma ringrazio, Renzo, Mama, Davide, Matteo, gli sponsor e il Comune di Isola.
Ringrazio un poco di più Ales, Alex, Cason, Mitch e Robi.

1,2,4 ... SE O SA' TO MAMA !
Sempre e solo, CUORE ISOLA
Il Capitano saluta...
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