domenica 21 agosto 2011

STOCCOLMA

Ancora pochi minuti e Stoccolma scivolerà sotto le ali di questo Boing 737 Ryanair diretto a Faro.

In questi ventiquattro giorni avrei potuto scrivere qualcosa, in forma di cronaca o racconto, qualcosa da rileggere quando sarò più grande, qualcosa che magari incuriosiva qualche accanito lettore di questo blog, se ce ne sono ancora, qualcosa di istruttivo che ho imparato dalla cultura nordica in quasi 2 mesi di permanenza saltuaria.
Ma i miei impegni lavorativi mi hanno svuotato energie ed idee, e poi dai non sono mai stato un giornalista o un reporter, e non ho mai voluto insegnare niente a nessuno, scrivo per raccontare qualcosa, trasmettere magari una qualche emozione nuova, donare input o comunicare qualche mio sentimento alla bellemmeglio, senzapretese.
E se tu stai leggendo queste righe è perchè ti aspetti qualcosa di diverso, nascosto tra le mie parole.

Stoccolma. A Stoccolma le nuvole corrono veloci, sembrano ridipingere di continuo un cielo color azzurro vero, portano acquazzoni e sbalzi di temperatura improvvisi, a Stoccolma le nuvole mi ricordano il cuore ed i sentimenti di una sedicenne bellissima che cambia fidanzatino ad ogni sorgere di nuova settimana.
Lungo le infinite rive di fiordo laghi e canali le persone si muovono ed espellono tossine e bruciano grassi e calorie di un'alimetazione pesante e troppo condita; corsa bicicletta pattini nordik walking piccole gocce di sudore ipod che tengono compagnia padri a spasso con passeggini di ogni sorta, si proprio padri, sguardi rigidi poco simpatici scampanellii e foglie che già iniziano a cadere.
Passeggiando nelle zone centrali sembra che il rumore del traffico sia meno rumoroso, si sentono le voci delle persone, l'inglese è perfetto lo svedese chiuso e incomprensibile ma i volti hanno occhi molteplici e le pelli diversi colori e tutti chiaccherano lavorano si muovono e fanno pure il bagno la domenica sulla stessa vasca idromassaggio della piscina pubblica.
A Stoccolma il caffè è buono, ci si deve abituare, ma poi crea dipendenza, ti riscalda dentro, accompagna una buona lettura sdraiati al sole sul parco o riempie un momento di solitudine e di assenza di pensieri, o faccende; guardare dentro una tazza di caffè fumante mi ricorda la pianura padana una domenica solitaria d'autunno inoltrato.
L'acqua ed le piante sono l'architettura della città, sono confine e limite di isole e strade, sono misura tra i luoghi e gli edifici, e questa misura è spesso dilatata, importante, per nulla veneziana, è una misura che si può respirare, quindi vivere, quindi si fà spazio, e diventa architettura.
Si può toccare con mano la serenità ed il senso civico, a Stoccolma, dai piccoli comportamenti alle grandi scelte sociali, immondizia, rispetto, pacatezza, non belligeranza, silenzio, puntualità, efficienza, continuo ?
Le persone a primo impatto non mi piacciono, sono marionette della città, bellezze statuarie maschili e femminili che stancano presto, o starebbero bene al museo delle cere, poco flessibili e sorridenti solo tra loro; me li immagino nel loro divano di design, essenziale e di tessuto chiaro, a bere mezzo bicchiere di vino importato perchè una bottiglia costa troppo, illuminati da una luce fioca che induce al sonno più che alla conversazione, coperti da quelle magliette a righe un poco smunte e quei jeans stretti a tal punto che sembrano voler rallentare la velocità del sangue, e forse le emozioni.
A Stoccolma ti colmi di grazia, ti accarezza la luce, vai a lezione di civiltà ed un poco odi l'Italia, ti perdi nel verde, non apri l'ombrello e sogni tolleranza e multirazzialità dietro le gocce nel vetro del tram, a Stoccolma ti manca l'Italia e capisci che la ami per altri motivi la tua terra, dagli occhi scuri e dai capelli mossi, dal vino buono e dal cielo forse un poco più grigio.

Vi ses, Stoccolma



mercoledì 17 agosto 2011

GLOSSARY OF PEOPLE

A compie 50 anni tra due giorni, è stempiato, porta occhiali squadrati anni 80, non ha moglie ne figli, segue il milan alla tv con gli amici tra una birra e una pizza al sapore di cartone, fa il ragioniere da una vita.
B è sorella di A, ha due guance rosse e paffute, ispira simpatia ma non dice una parola, ha passato da poco i quaranta, è disoccupata, non è sportiva a vedere dalla dimensione delle chiappe, ama il salmone e non sa se qualcuno finora l'avrà mai amata.
C guarda B con la coda dell'occhio, forse le piace, o forse sta pensando a come dovrà dimensionare la trave portante del prossimo ufficio postale che progetterà, o forse pensa al figlio giovane che sarà in vacanza con l'ex moglie, o forse pensa che se non mangia una mentina e si toglie l'odore all'alito non bacierà ne B ne nessun'altra in vita sua.
D adora scopare, si tiene in allenamento da una vita, cattura le proprie prede grazie al fascino del suo camice bianco a lavoro, ama il franciacorta, nasconde la tristezza dietro chili di trucco e denti bianchi ma sgangherati, è simpatica, è sola, ha 38 anni.
E sogna il culetto sodo di D, è una lei da 45 anni, colta, lavora nel mondo della cultura, vive nei boschi, non ha computer, crede in valori antichi, è scorbutica e la madre le prepara il caffè ogni mattina quando si alza.
F parla uno di quei dialetti caorlotti stretti, F parla, parla, racconta dell'ex marito scappato con una bionda, parla dei suoi 57 anni, del suo istruttore di palestra, del suo stipendio alto, della barca, della sua casa enorme che con i figli prossimi all'università rimarrà vuota, F parla, troppo.
G ascolta, e sorride non si sa di cosa, volano i pensieri di G, volano alla sua ex fidanzata russa, o all'attuale estone, o ai suoi calvi 54 anni, alla sua morbosità sessuale sempre presente tra le sue parole, ai suoi cani parcheggiati dai genitori, al divano sudicio, all'armadio in disordine, alla sua solitudine mascherata.
H guida il tram n.7, ha occhi orientali ma carnagione nordica, sbuffa per le troppe persone in fila, fatica a stare seduta in quel suo sedile per colpa di quei 120 kg.,non sorride mai, pensa al suo hamburger confezionato che la aspetta nel frigo di casa, e a che salsa usare nella prossima cena.
I colleziona fumetti, lavora 12 ore al giorno nel suo piccolo ufficio stracolmo di carte, ha 43 anni, è alto poco più di un metro e cinquanta, incredibilmente sommerso dai brufoli, mangia poche cose, è debole e si spaventa ai cambi repentini di temperatura.
L parla con I e non si capacita, lei con gli anni ha passato i 50 ma tiene energia da vendere, mangia beve canta suona viaggia ama scopa piange lavora urla, affronta la vita a seno nudo, non si tinge i capelli e ha le unghie malcurate, abita al 14° piano di una palazzina di periferia di una grossa città e poche volte vede il cielo azzurro.
M è giovane, forse il più giovane, spavaldo e spigliato, M vede senza farsi scoprire, M sente ma facendo finta di non ascoltare, M non racconta nulla di sè, ma solo dei posti dove è stato, di ciò che fa, di ciò che forse farà, ha capelli già grigi e profondi occhi scuri, il suo cane, maschio, si chiama Madre.
N abita mondi interiori lontani ed impervi, ha il viso quasi sfigurato ed un corpo goffo, si lascia scappare ad intervalli un'intelligenza superiore, ritaglia il mondo con la sua polaroid, non è di compagnia ma chiacchera spesso con M, a quarantesette anni non ha mai fatto l'amore, almeno non di sua spontanea volontà.
O viaggia da una vita e cerca baci nel mondo, tra piazze vie e palazzi, il lavoro in banca le permette una vita sregolata nonostante 65 anni inizino a pesarle sulla curva della schiena, la credenza di casa sua, un paesino della bassa padana, conserva più di cento foto in miniatura del marito scomparso, tutte rigorosamente prive di un sol filo di polvere.
P è un uomo, ma vorrebbe esser stato donna, P odia la luce ma non è che il buio lo soddisfi, P aveva scelto di ripartire dopo una grossa fregatura ma poi a pensato che il perdono è cosa buona e la fregatura se l'è sposata, P non lo sa, che strada prendere nella sua vita, e passeggia all'indietro, come quei gamberi che forse gli piacciono più del pollo alla brace, forse.
Q da quel suo passeggino osserva il mondo con occhi troppi maturi, se qualcuno in metrò lo saluta, lui volta altrove lo sguardo, porta occhiali rotondi e alla moda, una coperta a nascondere il sogno di due gambe normali, e due cuffie enormi che suonano del blues a tutto volume.
R ha una casa bella nella capitale, una macchina bella nella capitale, una televisione a 64 pollici e un telefonino di ultima generazione, porta benissimo i suoi 58 anni e le camicie colorate che indossano trasmettono allegria, R non rutta dopo aver digerito ma volta lievemente la testa, R si masturbada solo tutte le sere, e tutte le sere piange senza lacrime la sua carriera ed i suoi quattrini.
S prega il buon dio che R la noti e la guardi alemno per un minuto, prega di non parlare a voce troppo alta come sempre, prega che non gli scappi una di quelle sue risate inascoltabili, R suona il triangolo nell'orchestra di paese, scrive articoli per il giornale parrocchiale da quando aveva 14 anni, e dopo 30 anni non ha ancora deciso di farsi suora.
T cucina per passione e per lavoro, cucina piatti incredibili e cucina la sopportazione dei suoi amici e conoscenti, racconta a qualche collega oca delle sue conquiste sentimentali grazie ai suoi mitici piatti, racconta delle notti folli e dei cafè bollenti le mattine seguenti, T ha 54 anni, non ha figli, nè fratelli, ne ha mai avuto mariti o fidanzati.
U ha paura di rimanere a casa da solo quando padre e madre salgono sul pulmann della vacanza estiva per over80, adora i suoi cani e le partite alla playstation con i vecchi amici, porta scarpe grosse e camice a quadri a coprire quel suo metro e novantacinque centimentri, fa l'amore pagando, perchè così riesce a controllare sentimenti ed emozioni, delle quali ha chiaramente paura.
V ha perso due figli in un incidente stradale, la moglie è scappata con un giovane imprenditore, di giorno controlla il funzionamento meccanico di oggetti per la casa in una catena di montaggio, si accontenta di uno stipendio che non supera i 1050 euro, di sera parla di se a viso scoperto, bevendo un bicchiere di rosso, e guarda il mondo con occhi buoni.
Z è dolce e si muove con lentezza, è in pensione da qualche mese, ha visto sorgere il sole nel deserto e il tramonto in patagonia, Z sussura nell'orecchio di M che le piacerebbe, prima o poi, trovare la sua anima gemella, e sorriderle, e prenderla per mano, e provare, almeno una volta, felicità.

nb. ogni riferimento a fatti cose e persone è puramente causale.


Ascoltate e pensate a Q, ma anche un poco a tutti gli altri.

mercoledì 10 agosto 2011

UN BIANCO, SUBITO




Piove, cazzo Come piove, e Cazzo, come ha piovuto, oggi, a Stoccolma.
Siamo rientrati, non tutti (qualche eroe nel gruppo c'è sempre,)anzitempo in hotel.
Doccia, sauna doppia, ri-doccia bollente e prolungata, e,finalmente, un bianco subito.
Oggi è la mia personale Giornata Liquida.
Stoccolma persempre conta circa un terzo della sua superficie terrestre in acqua, oggi tutta la sua superficie celeste è acqua, e buona parte del mio corpo, del tuo corpo, è acqua.
Liquido, liquido ovunque. Così ho deciso che anche la mia gola e la mia mente e la mia anima oggi dovessero essere liquidi, fino in fondo, fino a rasentare l'estremo.
Un bianco, subito. Grazie.

Sostiamo, in disequilibrio
balla danza muove, si muove
su di una liquida superficie
una spalla, fragile
sospeso su noi, osserva
che mima
un gabbiano
l'aeroplano


nuvole cariche di
scarna secca, ha fame
liquida pioggia
di vita viva
che vuole, farci,
bagnata,
nuotare
dentro.




domenica 7 agosto 2011

SALVE

Tintinnando, come grosse goccie di pioggia che, annunciano, un arrivo, delle mele appena raccolte dall'erba di Djurgarden, e gettate, su di una vecchia carriola, mi, risvegliano.



Salve. Salve, come state ?
Io non sto. Non sto, ma sto bene, peso qualche chilo di più del mese scorso -qui si mangia decisamente grasso, e si beve troppa birra-, ho il naso rosso -il sole del nord, brucia-, sono sempre più stanco -mi addormento mediamente tra le 22 e le 23-, e ho scoperto che adoro il succo di mela -100% mela biologica, null'altro-.
Salve. Salve, dove eravamo rimasti ?
Io non ricordo. Non ricordo, ma ricorderò, ricorderò del viaggio in grecia di giungo -che mi pare così lontano, e che devo ancora assorbire-, ricorderò di quando piangevo senza bagnare le guance -spesso, negli ultimi 3 anni-, ricorderò di quel giovedì notte prima di partire -una grande fatica-, ricorderò, mi ricorderò di voi, di te.
Salve. Salve, cosa pensate a riguardo della frequenza ?
Io non penso. Non penso che esista una frequenza, una -frequenza per l'esprimersi, per lo scrivere, per l'amare, per il bere-, non penso che la frequenza su cui collegarsi per ascoltare la musica della serenità sia la stessa in tutto il globo, non penso neanche che la frequenza regoli magie naturali come le onde -o almeno non ci voglio credere-, non penso non voglio pensare no nella vita le cose non accadono secondo una frequenza.
Salve. Salve, sapete chi è Patrick ?
Io non lo so. Io non so chi è Patrick, anche se ogni volta che esco dalla porta dell'ascensore e passo davanti la reception lui mi saluta con rispetto e profondità -e con quel suo inglese tanto perfetto quanto a me incomprensibile-, e non so chi è Patrick come lui non sa chi sono io -eppure è la persona che vedo più spesso negli ultimi dieci giorni e mi pare oramai quasi di conoscerlo-, io non so chi siete voi -che mi leggete, mi commentate, mi stimolate, mi odiate, mi stimate, mi deridete, mi snobbate, mi aspettate, mi cercate, mi chiamate, mi usate, mi amate, mi pensate, mi sgridate, mi umiliate, mi svuotate-, io non so se voi sapete chi sono io.
Salve.
Salve.
Salve.