venerdì 2 luglio 2010

DI RABBIA, DI CORSA E DI CUCINA

Che poi, quando mi sale QUELLA rabbia, e l'intestino fa il cazzo che vuole, e la testa scoppia e rimbomba la grancassa, e tutto l'alcool del mondo non serve perchè ormai ilo mio fegato vive di vita propria, e leggere scrivere ascoltare un disco non serve e spesso è impossibile farlo, e pure il vento in faccia della vespa a volta non cura, bhè, le uniche due cose che mi rimangono, come antidoto, o antidolorifico parziale, sono correre e cucinare.
E allora scompaiono per qualche ora o qualche mezzora tutti i fottuti pensieri che stanno rovinando questa mia settimana che mi porterà a raggiungere i miei primi 10592 giorni di vita outvaginale.
Martedì sera in parco Querini sembravo uno di quegli invasati che si preparano per chissà quale gara podistica e corrono corrono sudano scattano ripetute scatti stretching allunghi fatica spossatezza limiti muscolari e via così, fuori tutto, addio tossine, mens sana in corpore sano.
Ieri invece ero così concentrato sui miei ingredienti, sui piatti, il menù la cottura sapori spezie olio e amore che le mie mani trasmettevano a quei cibi i cui profumi e colori mi hanno portato diretto dentro al loro mondo, facendomi brevemente scordare il mio.
Aimè, oggi si riparte, l'antidolorifico è finito.

"Per la mia rabbia enorme, mi servono giganti."



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