venerdì 24 settembre 2010

MEMORIE SARDE/2. RICOSTRUZIONE DI TRE ATTIMI.



Adoro, certe volte, ricostruire attimi. Già vissuti.
Ho acceso una candela, poi la luce fioca della libreria. Siedo al mio tavolo, il bicchiere contiene della grappa appena versata. Definirei la mia postura indiscutibilmente svaccata, non porto indumenti sul torso. La finestra della sala è aperta, ma non entrano rumori. Solo una leggerissima brezza ormai fresca, ma non troppo.
Ricostruisco mentalmente un attimo, un mese fa, Sant'Antioco. Mi tornano in mente tre sensazioni, memorie, il cui tempo però, permane.
Uno. Un auto, blu per chi conosce, marrone di polvere per chi vede, viaggia lenta al sole tardomattutino a Sant'Antioco. Lenta. Cerca. Dai finestrini ribassati qualche nota permette ad un passante di percepire e riconoscere un pezzo di Franco Battiato. L'attenzione va tutta sul testo; non vede, costui, ne guidatore, ne passeggero.
Due. Ragazzi, in costume, senza quel sole addosso che nuoce. Pomeriggio pieno, un paio di nuvole che non negano all'acqua di cala di CalaGrotta l'unicità di un verde smeraldo macchiato di blu oceano. Un tuffo. Due tuffi, Tre tuffi. Un altro tuffo, il mio. Roccia grigia coma quinta teatrale, apnea di superficie, paura che svanisce in un attimo. Sospensione. Poi, pluff.
Tre. E' tardi, non c'è luna, del pesce fresco cucina all'acqua pazza sopra un fornello di fortuna. Profumo, dilaga nel silenzio e nella semplicità. C'è qualcosa però che non quadra, troppa acqua. Non bolle, cazzo, rischia di lessare. Ve la immaginate una vita lessata ? Morbida, all'inverosimile, chiara, tenera, lunga, affogata senza grida nell'acqua pazza. Lessa. Ve la immaginate ?

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