martedì 7 dicembre 2010

L'Inzuppamento del Pequod

PIOVE.
Ma questa pioggia non lava. Questa pioggia non bagna. Bensì, Inzuppa.
Inzuppa fardelli di carta dimenticati incautamente all'aperto. Scoperti, senza riparo.
Inzuppa pagnotte di pane recuperate per il lungo inverno, lasciate all'aria ad essicare, e travolte dall'impeto del tempo.
Inzuppa organi e polmoni, che cercavano di respirare ed ossigenarsi dopo mesi di fatiche, aprendo le fauci e boccheggiando verso il cielo.
Inzuppa il legno di coperta del Pequod, già usurato dal troppo camminare, avanti e indietro, indietro e avanti, dubbioso, del suo capitano.
Inzuppa quotidianamente, continuamente, ritmicamente.
Poi uscirà il sole, come sempre, ma il tempo d'evaporazione aimè è bensì più lungo del tempo d'inzuppamento.
Rimarranno umidi i polmoni? Marcirà il legno? Si asciugheranno i quaderni dei ricordi? Sarà ancora riconoscibile il gusto del pane?
Chi lo sà. Maledetta Pioggia.
Piove.
RAIN.
Almeno fosse neve.

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