sabato 24 dicembre 2011

BUON NATALE, GIANNI

Gianni ha appena calpestato la merda del suo cane, mentre passeggiando vagava per il giardino della sua dimora persa in un qualunque quartierpaese residenziale del veneto bene; l'animale sorride soddisfatto nell'osservare il padrone che al gelo di una notte di vigilia natalizia attende che anche l'ultimo bisogno fisiologico del suo fido si sia consumato; poco sopra di loro, al piano primo, i suoi figli fratelli parenti costruiscono una babele di pacchi sotto un luccicante e non polveroso albero di natale.
La cravatta stringe un pò, il pesce crudo puzza di sogiàchegustoha, un parente biascica qualche cenno d'approvazione verso una vita più sana e naturale e la vecchia nonna brontola sulle difficoltà della crisi, mentre si rovescia, sorpresa e bestemmiando gesù, un bicchiere ricolmo di franciacorta solfitizzato sul tailleur rosa antico appena stirato.
Gianni tutto questo non lo sa non lo capisce, o non lo poteva prevedere. Era sceso serenamente in giardino  e pensava a mondi lontan lontani, pensava all'alimentari marocchino dove aveva fatto la spesa il giorno prima e dove tutti l'avevano accolto e salutato con la gentilezza e cordialità di chi vive giorno al giorno e tempo al tempo, serenamente e semplicemente; pensava al suo amore lontano, fuori, ma vicino, dentro; pensava agli amici veri, quelli che  sono capaci di raccoglierti dal fango di un esausto sabato mattina e donarti il sole invernale, fatto di terra e minestre, di marmellate e mani, quattro mani; pensava che il natale fosse diventato un apputamento noioso in agenda e invece si ricrede, svegliato da questa insopportabile puzza di merda condita da cuoio di scarpa inaffaiata da vento sapor wiskhey irlandese.
Gianni sorride. Ora si, sorride. Capisce la fortuna di chi prova a leggere la vita per poi raccontarla con delle storie, vestite a festa. Il suo fido cane da queste cose non viene sfiorato, forse neanche i parenti che dalla finestra illuminata guardano il giardino tentando di capire che fine ha fatto il loro caro famigliare diversamente abile.
Gianni è il nostro Natale; Gianni è franchezza delle cose che stanno come stanno; Gianni è specchio che riflette l'ipocrisia di molti 'oggi'; Gianni è lacrima che ruga il viso di chi si commuove per gesti semplici; Gianni è puzza di merda e profumo di buono, assieme; Gianni è in mezzo a noi, Gianni siamo alcuni di noi, pochi, troppo pochi, ma infondo tanti, forse tutti; Gianni non è vergogna ma è Gianni; Gianni è sogno di chi sogna qualcosa di altrove; Gianni è riflessione; Gianni non è verità ma lotta; Gianni è amore, e calore di stufa; Gianni è Natale, anzi è circa Natale, di quei circa difficili da trovare ma veri; Gianni c'è, da qualche parte, ed esiste affinchè ognuno di noi possa accorgersi di lui.

Buon Natale amici miei, Buon Natale vita mia

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