martedì 22 dicembre 2009

LA BELLEZZA 3: SCIVOLARE


cade la neve senza rumore

sulle parole cadute già

Farsi portare, scivolare sulla vita, incontrare il destino e passeggiarci sottobraccio. Poche ore, questi giorni, e tutto si collega. Un fiocco di neve, tra i molti che coprono ora Vicenza e la mia anima, mi riportano ad un brano di Capossela. Il brano poi mi riporta ad un audiolibro che sto ascoltando questi giorni. Tutto collegato da fili, come nella città di Ersilia di cui Calvino narrava nel suo capolavoro. Neve, Rosamunda e Primo Levi. Musica per la mia vita, orchestra leggera, e candida. Bellezza Sublime.

"Ci mettono ancora una volta in fila, ci conducono in un vasto piazzale che occupa il centro del campo, e ci dispongono meticolosamente inquadrati. Poi non accade più nulla per un'altra ora: sembra che si aspetti qualcuno.
Una fanfara incomincia a suonare, accanto alla porta del campo: suona Rosamunda, la ben nota canzonetta sentimentale, e questo ci appare talmente strano che ci guardiamo l'un l'altro sogghignando; nasce in noi un'ombra di sollievo, forse tutte queste cerimonie non costituiscono che una colossale buffonata di gusto teutonico. Ma la fanfara, finita Rosamunda, continua a suonare altre marce, una dopo l'altra, ed ecco apparire i drappelli dei nostri compagni, che ritornano dal lavoro. Camminano in colonna per cinque: camminano con un'andatura strana, innaturale, dura, come fantocci rigidi fatti solo di ossa: ma camminano seguendo scrupolosamente il tempo della fanfara."
Primo Levi, Se questo è un uomo




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