giovedì 14 gennaio 2010

BELLEZZA 8: DOLORE

E' strano potersi permettere, in una giornata come oggi, di poter pigiare dei tasti, operazione reale e forse inopportuna, nel mentre persone e cose e sentimenti svaniscono.
Ciò che io sto facendo ora, scrivere, è solo la coda del corpo di una consapevolezza che racconta che anche la sofferenza e il dolore possono essere visti come bellezza.
E la bellezza non consiste nel dolore di per sè, ci mancherebbe, ma bensì nel saperlo distinguere, riconoscere, e quindi vivere, nel bel mezzo di situazioni anche molto diverse, come l'irreale e felice giornata di ieri.
Alcuni fatti, oggi, nella mia vita, hanno provocato dolore. Fatti molto diversi tra loro, incoerenti anche, ma che hanno vissuto lo stesso tempo della mia vita. E quindi per questo legati.
Potrei parlarvi di negative conversazioni telefoniche con persone a cui tengo; di insoddisfazioni lavorative derivanti da matura consapevolezza di non qualità; di sconfitte sportive senza onore, dopo tanto impegno, per molteplici cause; di rotture materiali di caldaie e conseguenti piccoli e insignificanti allagamenti di pavimentazioni; di morte, morti, mezzo milione di persone che per scelta della terra, non potranno avere un futuro terreno, e che mi ha provocato grande tristezza e rabbia; fino all'ultima morte, quella di zio Siro, in serata, di cui porterò dentro me per sempre il peso, la pancia che da piccolo mi schiacciava le ossa giocando, il sorriso triste e beffardo, la puzza di sigaro, la carne al sale che cucina nel vecchio forno, la battuta tagliente e disicantata che solo ora capisco apparteneva ad un mondo interiore a me ancora ignoto.
Tutto questo in sole 12 ore, neanche mezza giornata, e la bellezza si instaura proprio qui, nel capire che il peso specifico delle cose, e in questo caso del DOLORE, è tanto incofigurabile quanto intenso.
Però avere la capacità di capirlo e raccontarlo, per esperienza, per maturità o per fortuna, non è consueto, e di questo ringrazio chissà chi.

Non finirò con video od immagini, non sarebbe nè coerente nè rispettoso.
Finisco con una breve citazione, che non ha nè forma nè colore, se non quella che ognuno di voi le assegnerà.

"Credevo che non sarei mai arrivato in tempo"
"C'è ancora qualche minuto"
"Ho sentito la radio"
"Anche per te ci sono novità"
"E' una giornata di molte novità, per me e per te"
"Bene"
"E adesso?"
"Adesso dovrebbe cominciare una storia nuova"
"E questa?"
"Questa è finita"
"Finita finita?"
"Finita finita"
"La scriverà qualcuno?"
"Non so, penso di no. L'importante non era scriverla, l'importante era provarne un sentimento."

3 commenti:

  1. un nodo azzurro
    un nodo azzurro che si viene a formare nel mezzo di una linea azzurra
    una linea azzurra che e' la vita
    la vita che ci permette di scorrere, vivere, giocare, conoscere, imparare, amare, disegnare, cantare, correre, sognare, mangiare, nuotare e mentre facciamo questo..ecco la linea azzurra
    la linea azzerra e' condizione necerria per i nodi azzurri
    i nodi azzurri, a loro volta, sono condizione necessaria per la linea
    ...ma non per tutti...

    quando la tua linea azzurra si trasforma in un nodo azzurro, sorridi
    -e' un nodo diamine!- c'e' solo da avanzare, non tornerai indietro!

    non e' sinestesia!

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  2. Non so se c'entra con tutto questo, probabilmente no, ma stamattina in treno ho letto una frase che mi ha rapito .
    Da "Il peso della farfalla" di Erri De Luca, libro che consiglio a tutti, di cuore.

    " Ci sono carezze che aggiunte sopra un carico lo fanno vacillare"

    fantastico.

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  3. diciamo che c'entra, almeno per come l'ho intesa io ! grazie silvia !

    e grazie all'anonimo azzurro !

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