mercoledì 19 maggio 2010

MEMENTO

Mi piacerebbe addormentarmi ora, e svegliarmi a metà agosto in spiaggia ad abba urci, sulla mia sdraio acquatica, il libro aperto poco lontano, le cui pagine sono tenute ferme solo dalla maschera snorkeling, disegnata dalle gocce essicate al sole. Gli occhi che non si raccapezzano del luogo e del tempo, la mente scorre veloce gli ultimi ricordi e si, i mesi infernali son passati, i viaggi sono andati bene, i lavori tutti consegnati e piaciuti, le fatture pagate, la lettera di disdetta affitto consegnata e pure già un nuovo affittuario subentrato; la festa in corte di addio al mio appartamento è stata fantastica, c'erano tutti i miei amici più cari, ci siamo sbronzati un pò, eravamo leggeri e spensierati e abbiamo preso sonno sul divano; poi il camnpionato vinto, le lacrime versate, il weekend in montagna vino e canti di gioia con i compagni, e l'annuncio delle scarpe appese al chiodo; le mostre concluse, con gloria e soddisfazione per impegni che durano da ormai anni... qualche promessa d'acquisto e di contratto, il giusto bagaglio di speranze lavorative per passare un estate serena; ancora la proposta d'affitto firmata con gli amici, a settembre 300 metri quadrati du una vecchia fabbrica in centro saranno pronti da ristruttuare ed adibire a studio e circo culturale, e finalmente l'inverno sarà una stagione ricca come non accadeva da anni; poi qualche metro più a riva, due occhi che mi sembra di non conoscere mi spiano curiosi, ma ricchi di sentimento e speranza, riccchi di quel coraggio che li ha portati dopo pochi mesi ad una vacanza improvvisata e condizionata da altre presenze, ma volute, perchè si sa, i primi mesi il fuoco e l'ardore di coppia è incontrollabile e fa fare scelte a volte assurde, ma non per questo meno belle e incredibili.Chiudo gli occhi.

Li riapro. Le mie dita pigiano i tasti del notebook hp9420 che tante battaglie ha combattuto. Alle mie orecchie Oblivion di Piazzola, che sinceramente non mi convince appieno, troppa incertezza, troppo studiarsi, troppa lentezza e gambe che si sfiorano timorose, manca quel briciolo di fuoco e passione travolgente in più che mi fa identificare il tango con la parola 'perdizione'. Ho appena sognato ad occhi aperti una nuova stagione, conclusione di 6 mesi di progetti ed impegno, non sempre convinto. Per terra davanti a me ,le foto scelte per una piccola mostra fotografica a cui parteciperò, timoroso che il mio carillon sentimentale possa essere sporcato da qualche infame quanto vero commento. Nel divano, sotto il mio pesante sedere, duie gambe stanche si incrociano, e sostengono (non volendolo) un corpo stremato, bisogno di riposo e di una carezza. Sul tavolo, ricolmo di carte, documenti e mappe stoccolmesi, riposa vuoto e anche un poco maleodorante un bicchiere di vetro, il cui arduo compito tardoserale è stato di fungere da ponte tra oltre un litro di birra e un'abituata e volgare bocca maschile.

La stessa bocca che tra se e se durante il giorno bofonchiava parole attorno ad un film, canone inverso, visto, più volte, e aprezzato; la stessa bocca che ripete incerta lezioni di inglese, conscia di steccare al primo esame ufficiale; la stessa bocca che ieri tra un sorso di nocciolato e un respiro smezzato, iniziava discorsi senza mai finirli, una sorta di omaggio all'input, all'incipit; la stessa bocca che canticchia brunello da ormai qualche giorno; la stessa bocca che non s'apre, ora, che crea scudo ai pensieri, rimandandoli veloci e magari un poco storpiati a questi incerti polpastrelli.

che sia una lunga notte, e che magari s'abbia un sogno travagliato e magico.

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