martedì 5 ottobre 2010

VIAGGIARE. IO. FOGLIA.



Ci sono cose, che faccio, che mi trovo tra le braccia, che cerco, che mi inseguono, che accadono, che mi parlano. Che mi accarezzano l'inquietudine e mi confortano indicandomi senza parole e senza fatica una strada. Perchè io non ne so scegliere Una, di strada, e allora accade spesso che mi ci ritrovo per caso, in Una strada, e lei mi insegna che tanto per caso non era.

Inizio a trovare nelle mie fotografie persone sfuocate, in movimento, in contrasto con la nitidezza dell'ambiente circostante. Inizio a fotografare spesso Contrasti, luci ed ombre. Dubbio e certezza. Passione e insensibilità. Mi sembra di trovare la direzione grazie allo studio e alla comprensione degli opposti.

Torno in certi luoghi, torno in certe persone, torno in certi pensieri, torno in certe emozioni, torno in certi dolori, non torno in certe sofferenze, torno in certe abitudini, torno. Torno perchè sono spinto da un vento che non conosco, che mi giugne alle spalle senza avviso, che sa di potermi trascinare un pò e farmi svolazzare (perchè qui non si parla ancora di volare, sia chiaro, quella è altra e alta cosa), che mi porta in strade conosciute e sconosciute.

Il vento sa. Conosce. Mi conosce meglio di quanto Io mi conosca. Il vento gioca con me perchè io sono foglia, secondo lui, e prova pure a farmelo capire. Riuscendoci, in parte. Io sono foglia, e ho bisogno di vento. Ho radici forti, fatte di persone luoghi ed idee, ho rami che mi sostengono ma non mi trattengono, e a seconda delle stagioni mi concedono o meno all'aria.

Sto imparando a credere, a rispettare, a stimare, a voler bene alle mie radici e ai miei rami. Non le voglio cambiare, mi piacciono così. Io, pare, ho la fortuna di essere foglia. Ho la fortuna di essere leggera ma fragile. Ho la fortuna di salutare fratello ramo per intraprendere un altro volo.

E in volo magari vedere sfumature di una Stoccolma che non conoscevo, scoprire che camminare a fianco del mar baltico con addosso una magnifica luce tardopomeridiana provoca emozioni fortissime, capire che tanti nel mondo hanno occhi belli ma pochi sanno farli parlare, riconsiderare ogni volta la profondità di una amicizia che provoca con leggerezza e sapienza, ricordare colori e profumi e sapori delle amate terre mediterranee, acquistare una lampada di design anni '60 che rapisce gusti preparati ed estrosi, improvvisare saluti e chiaccherate fugaci ed intense, svolazzare tra una fermata di metro una birra un brunello 99 una oceano mare un libro uno sguardo un volo un pensiero un ricordo un buio una luce. Foglia.

Ho la fortuna di cadere, dopo il 'volo'. Cado. Mi appoggio ad un suolo, solido o liquido che sia, cesso di stare in aria, marcisco, divento concime, fertile, vita per le radici, le mie radici, che si nutrono di me, e crescono altri rami, e fanno nascere altre foglie, e mi fanno riscrescere. Foglia. Pronta a cambiare colore ed umore a seconda delle stagioni, pronta a tornare a essere oggetto di gioco di padre vento. Pronta ancora a spezzare il picciolo e svolazzare. Anzi, pronta a viaggiare.







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