lunedì 20 dicembre 2010

SPROUT AND THE BEAN

Ecco dunque che in me è arrivata all'imprommuso la stagione della terra.
Le gelate dei giorni precedenti, e l'abbondante nevicata di venerdì, hanno fatto sì che la discesa letargica verso madre terra fosse anticipata piacevolmente di qualche giorno.
La sciarpa del pomeriggio, una zuppa di zucca e miglio, piedi gelati, soavi canti femminili.
Torneranno i minestroni, tornerà il sonno, tornerà la lentezza, tornerà il tepore geotermico.
Diventerò 'radicio', carota, verza, fagiolo. Germoglierò nel freddo, tirando fuori timidamete il cranio, di volta in volta, giusto per respirare e far capire che ci sono.
Elargirò qualche sorriso, usando mani sporche di fango e fuliggine e baffi congelati ricolmi di brina.
Chi vorrà, verrà nel campo, a raccogliermi, e si chinerà per strapparmi dalla terra. Poi farà di me un'insalata flaccida o una pietanza calda, scordando di aver lasciato cuore e radici al riparo sotto la crosta terreste, pronte a germigliare ancora.

Ascoltatevi questa pazza, è Bellezza allo stato puro.
"Sprout and the bean"

Nessun commento:

Posta un commento