martedì 11 gennaio 2011

2011 : PROLOGO

Benvenuto Duemilaunidici. Eccoci qui.
Diciamo che nonostante l'assenza per una decade non ci siamo riposati. Nonpossiamoriposare, dentro, mai.

Frullano in testa e scalpitano nei polpastrelli troppi pensieri, li stiamo facendo barricare, ne usciranno magari un pelo modificati nel sapore, ma più piacevoli. Pazienza.

E' iniziato un nuovo anno, forse me ne sono reso conto solo oggi. Facili questi dieci giorni di relax, e film, e cene, e ordine, e pulizie, e lavoretti, e sonno e sogni, e amici, e vino buono e calore e impegni ludici e, e, e. Facili e fuorvianti.
Stasera invece mi piacerebbe scrivere qualche buon proposito per il tempo che verrà, pare che vada di moda.

Vorrei far entrare più luce, in qualsiasi giorno della mia vita. Vorrei ricordare i testi delle canzoni. Vorrei che l'ipotesi Giappone si concretizzasse. Vorrei bere sempre vino buono. Vorrei che la quarta marcia della mia vespa non saltasse più. Vorrei sentirmi più preparato con l'inglese. Vorrei aprire uno studio di architettura con quei pochi colleghi-amici di una vita. Vorrei che i miei genitori fossero più sereni e di conseguenza scassassero meno i coglioni. Vorrei alimentarmi meglio e con più regolarità. Vorrei che Flavio trovasse una casa e un pò di pace, e sorridesse di più. Vorrei portare le mie chiappe in qualche isola greca negli ultimi giorni da 'enti', sopra una sella nera. Vorrei innamorarmi per davvero. Vorrei davvero innamorarmi per davvero. Vorrei guardare film belli più spesso, e magari indire qualche cineforum all'albergo balena. Vorrei che il cuore Isola arrivasse ottavo in classifica, e si giocasse i playoff con serenità. Vorrei non fare più rifiuto secco. Vorrei riuscire a risparmiare un qualcosa per comperarmi un pezzo di terra. Vorrei leggere di più, almeno un libro alla settimana. Vorrei perdere 3 chili. Vorrei iniziare a scrivere il mio libro. Vorrei non smettere di sognare certe cose incredibili. Vorrei lavorare meno e avere più tempo libero. Vorrei sorridere di più, e aspettare di meno. Vorrei rispondere la verità a qualsiasi domanda mi venga fatta. Vorrei fare qualcosa per migliorare e aiutare questa 'povera patria' italia. Vorrei insegnare. Vorrei imparare a coltivare un orto assieme a mio nonno Giovanni. Vorrei sentire ancora il maestrale accarezzare le mie guance rosse di sole. Vorrei stupire ancora, qualcuno, qualcuna, come sapevo fare fino a poco tempo fa. Vorrei nuotare di più. Vorrei fare una partita di ping pong contro Marco, come ai vecchi tempi. Vorrei riuscire a scegliere un divano per la mia dimora. Vorrei viaggiare molto, almeno ogni paio di mesi. Vorrei che tante chiacchere e piccoli progetti si tramutassero in realtà o alla peggio in cartoline. Vorrei ricevere una lettera d'amore, non anonima. Vorrei sistemare lo scatolone delle foto, che ormai esplode. Vorrei bere un vermentino ghiacciato il primo giorno di primavera, a occhi chiusi. Vorrei udire un vecchio dai capelli bianchi, seduto in un panchina, fischiettare un motivetto indimenticabile. Vorrei che il pero che ho piantato in giardino non morisse. Vorrei parlare meno, e ascoltare di più. Vorrei possedere meno, ed essere di più. Vorrei che le principesse col pisello avessero un progetto più sociale e meno ludico. Vorrei gioire maggiormente con quache caro amico. Vorrei più silenzio. Vorrei un okulele, e riiiniziare a suonare. Vorrei non scoprire mai il mittente del pero. Vorrei commuovermi davanti ad una focaccia al rosmarino. Vorrei ridurre il mio impatto ambientale. Vorrei accarezzare il sussulto di un'altrui emozione. Vorrei sentirmi meno ospite, su questa terra. Vorrei scoreggiare meno dopo i miei minestroni. Vorrei fotografare il vuoto che scherza con il pieno. Vorrei scrivere un post sull'amore. Vorrei riconoscere la bellezza più spesso. Vorrei mangiare una crema al pomodoro. Vorrei stupirmi. Vorrei riconoscere la luce che entra nei miei giorni, e non scambiarla per un flash di una vecchia polaroid. Vorrei non volere. Vorrei, volare.

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