sabato 19 febbraio 2011

QUATTRO CHIACCHERE

Stasera ho voglia di fare quattro chiacchere con la mia personale settimana appena trascorsa.
Mi capita di non saper gestire l'andamento tachicardico che si sussegue per più giornate ininterrottamente; nel mentre avrei mille cose da dire, ma non ci riesco perchè velocità e sensazioni mi sommergono. Questa settimana mi ha letteralmente travolto. Solo ora riesco a sedermi di fronte a lei, accavallare le gambe, versare un valpollicella nei due bicchieri (che berrò entrambi io, e a fanculo il ramadam) e far fluire qualche pensiero. E spero fluisca a casaccio, singhizzondando e inciampando, così da essere adeguato a ciò che pretendo raccontare.

Perdere di 34 punti contro Rosà, mancando di palle e grinta, schiacciati-schiacciato da una paura più forte della stanchezza delle gambe, mi ha rattristito parecchio. Penso che a quasi trentanni, se non si mantiene una condizione fisica adeguata, o se non si possiede una tecnica incredibile, forse è meglio smettere di fare brutte figure.
Camminare con pochi amici, in mezzo la neve, illuminati di meno, da una luna piena mozzafiato, scherzando come bambini, ammirando come anziani, pensando da adulti e mangiando da affamati, è emozione rara, e se si fosse liberi dentro, sarebbe amore a prima vista. Io e te, luna.
Cucinare con affanno, e sudore, a sanvalentino, per amici che apprezzano, e con la paura del giudizio divino, e con la soddisfazione di una splendida serata, e, e. e.
E non riuscire a concentrarsi per più di mezz'ora al lavoro, perchè il cervello salta da un tetto all'altro del pensiero, e non concede tregua. E non concede nessuna, tregua.
Capire che ne ho le palle piene, di facebook, e studiare una strategia per non sprecare la potenza del più importante mezzo di comunicazione attuale.
Scrivere, di sera, computer sulle gambe, una Vicenda. A quattro mani. Lasciandosi trascinare dall'impeto della fantasia. E peccato per la distanza fisica, tra le venti dita. O forse, grazie alla distanza. Che piacere.
E tagliarsi i capelli alle 16 del sabato pomeriggio da Nadir, dopo aver osservato le bellissime opere di Mattia Trotta, ascoltando un album leggero e piacevole, e chiaccherando d'arte e di idee. In due, controcorrente rispetto ai sabati affollati delle parrucchiere fashion, e con una qualità da salotto culturale anni '60. grazie.
Stressare amici via chat, con i soliti discorsi, assorbiti dalla solita Santa pazienza che l'amicizia regala. E guai se non ci fosse.
Leggere 'camminare', di Thoreau. E ho detto tutto.
Sfogliare il fatto quotidiano, sul davanzale, alle 13, colpiti dal sole. E anche qui, poco da dire.
E ancora sognare, per la terza volta, una persona. In situazioni diverse, ma con temi simili. E poi tutta quell'acqua, sempre, quell'acqua che ormai è divenuta leit motiv delle mie emozioni notturne. E capire che davvero, a volte, sognare è più bello di vivere.
Oppure prenotare e definire i futuri viaggi, tutto in pochi giorni, con la Svezia che filerà lunga e liscia, il Giappone che si è ridimensionato a malincuore (ma sarà una sorta di assaggio) e la Grecia che prende forma e sostanza e sento già il vento in faccia. Cazzo.
E aprire lettere, stupiti e curiosi, ma anche un poco disillusi.

Bene, ora prendo un bicchiere d'acqua, mi chino e lo bevo all'incontrario. Fermo volontariamente il singhiozzo delle parole. Ho un film da vedere, anzi, voglio vedere un film. Qualcuno sa a cosa mi riferisco.

Vi lascio condividendo un piccolo minestrone di cose, una per senso; chiamiamole : 'le scoperte della settimana'.
Buon uic-end.

VISTA - Luna piena in Vallarsa 'M'Illumino di meno 2011'


TATTO - Il ferro leggero delle sculture di Mattia Trotta. Purezza.
http://www.mattiatrotta.it/

UDITO - Il caffè dei treni persi


OLFATTO - Il profumo delle pagine di 'Camminare', di Thoreau.
cit. "La vita è stato selvaggio. Quel che è più vivo è più selvaggio, e quel che non è ancora soggetto all'uomo, lo rinvigorisce. E' come se colui che si è spinto avanti incessentamente, senza mai cercare riposo dalle proprie fatiche, crescendo saldo e chiedendo molto alla vita, si fosse trovato sempre in paesi sconosciuti, in luoghi selvaggi, circondato da materiale grezzo della vita."
Lo sentite, l'acre profumo di sudore ?

GUSTO - Poker di antipasti di fine inverno, in Trattoria Balena


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