martedì 15 febbraio 2011

SAN VALENTINO

Stamattina mi sono alzato, ho pensato alla giornata che mi aspettava, dato sfogo ad alcune idee, sorriso pensando al va-lentino e composto una breve filastrocca in pessimo dialetto vicentino (e senza accenti, non me ne vogliate, ma sarà pieno di errori).
Immaginavo una coppia, un lui, e una lei, serata attesa, cena a due, speranze per il dopo e attese per il mentre. Immaginavo, come spesso accade. Penso ci sia sempre stato, nella serata di san valentino, un grado di profondità e un grado di disincantata goliardia.
Spero di riuscire a comunicarvelo, con estrema allegria.
Ringrazio Andrea, Elena, Diana, Seba e Albergo B. per avermi dato l'input, e avermi donato una splendida serata.

SAN VAENTIN

LU:
Stemo soei, mi e ti
i bocie xe in leto
xe tanto che speto
de margnar..e un crostin
Sentemose a toea
un giosso de vin
co sto antipastin
a so xa fora boea
e San Vaentin
patatina.. e panin
un valpoicea
ma quanto sito bea ?
In sta casa de campagna
formajo e pere se magna
anca se i me pensieri
i stà in altri biceri
Basta, finemoea co sta tiritera
un dolseto e un pasito
col me core che spera
chel staga beo drito !

EA:
Te parli, te parli a pì non posso
e te cusinarissi anca benin
ma non te me salti mai dosso..
stasera.. cussin !


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