venerdì 11 marzo 2011

PERCHE' SCRIVO

Era da parecchi giorni che mi domandavo: perchè scrivo ?
L'incostanza, la pesantezza, la leggerezza, l'incoerenza, la ricerca, i fatti miei, la musica, l'illusione. Tutte cose che a guardar a ritroso nel blog, e anche nei miei appunti passati, saltano subito all'evidenza. E a volte è difficile trovarci un disegno, in tutto questo. Sei lì che spulci tra le tue cose e non ci vedi un disegno, o almeno non uno, magari nessuno, o molti, ma poco chiari.
E allora la domanda ti viene naturale, arriva alla tua mente e invade i pensieri senza che te ne accorgi.
Non riuscivo a formulare una risposta sintetica e chiara. E oggi, leggendo il Corriere, ecco la luce.
C'è sempre qualcuno che riesce, o è riuscito, a DIRE le cose come tu volevi, come tu sentivi.
Grazie Fabrizio.

"Perchè scrivo ? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia. Per scivolare in una storia e non esser più riconoscibile, controllabile, ricattabile. "
F. De Andrè


3 commenti:

  1. scrivere perché c'è chi adora leggere, scrivere perché puoi dare spunti, stimoli ad altre persone..scuoterle, svegliarle dal sonno in cui rimangono intorpidite dal tramtram della vita quotidiana. È una dote e una possibilità che dev'essere utilizzata. Esprimere sé stessi e allo stesso tempo essere utili agli altri.

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  2. "Utili" "Utilizzata" sono parole che non mi piaciono.
    L'utilità per me appartiene ad uno strumento, un mezzo, un utensile appunto.

    La parola, lo scrivere, ha nobilità e difetti ben maggiori. C'è sempre una medaglia e il suo rovescio. Una superficie che nasconde una profondità.

    Mi sbaglio 'A' ?
    La tua lettera scarlatta che hai inciso nel petto cosa nasconde o cosa esprime ?
    Utilità ?

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  3. scriviamo...per cercare un ordine nei nostri pensieri che ordine non hanno? per trovare un senso, anche se un senso non c'è?
    scrivo, ascolto e leggo per perdermi nelle parole, per diventare parola e dimenticarmi di me.
    Si,in effetti la parola in questo modo diviene "strumento" lenitivo, tranquillizzante..un rifugio...Fabrizio per me è rifugio, carezza e anche le tue parole, Cappe, lo sono.

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