venerdì 31 dicembre 2010

UN PO DI CAZZI MIEI.

Breve autobiografia interrogante

(si Sconsiglia la lettura)

Salve, mi presento. Il mio nome è Nicola Cappellari, ho compiuto ventinove volte gli anni e ho un’età biologica di circa 30 anni. Sono nato a Vicenza, vivo a Dueville, un piccolo paese-dormitorio in provincia. Sono italiano, più di sangue che di idee. Però sono fiero del mio paese, con le sue bellezze, le sue contraddizioni, e incoerenze. E’ questa terra che mi ha scelto, e la rispetto, e la stimo, anche se non condivido fatti ed idee di molte persone che la popolano e la dirigono.

Oggi scrivo una breve autobiografia perché in testa mi frulla una domanda, e perché tre giorni fa mentre nuotavo in una piscina deserta sull’altopiano, mi si è aperta una falla dentro i pensieri.

La mia famiglia rientra nel sottoinsieme della borghesia: padre laureato che gestisce 3 attività, madre diplomata che lavora come libera professionista con tendenze e passioni artistoidi, fratello bello e dotato, viziato, e con futuro certo visto le doti. Case e capannoni di proprietà, sia per la vita quotidiana che per le vacanze; debiti e certezze del saper fare, del ‘mi me so fatto da solo’. Nonni ex poveri, contadini cuochi e panettieri, gente de campagna. Ad oggi rimane l'affetto, ma i rapporti familiari sono compromessi e distanti anni luce da un equlibrio anche solo di convenienza. E non scenderei nei dettagli.

Dalla mia famiglia ho avuto parecchie possibilità, prima fra tutte il diritto e la facilità di studio. Sono diplomato geometra, con 95/100; ho preso il patentino di agente immobiliare; sono architetto laureato allo Iuav con 110/110 e lode; ho frequentato e portato a termine diversi corsi di disegno, modellazione, grafica e step linguistici. Sono eterno studente, in qualsiasi materia, come diceva Guccini.

I miei studi, i miei bisogni e le mie passioni hanno fatto si che imparassi e svolgessi diversi lavori negli anni: architetto, grafico, disegnatore, accompagnatore di viaggi, assistente universitario, curatore di mostre, aiuto cuoco, cameriere, mescitore di vini, tuttofare cattering, venditore, agente immobiliare, mulettista, geometra da rilievi, aiuto pizzaiolo, consegnatore a domicilio di cartoni ricolmi di gioie culinarie tardo domenicali, libero professionista marchiato da codice scacciasperanze qual è la partita iva..

Amo organizzare le cose i tempi e le persone. E’ una dote che ogni tanto esce e che uscirà, ma di cui non vado poi così fiero.

Sono sportivo e credo nello sport, sebbene madre natura non mi abbia dotato di un fisico adatto alle mie idee e volontà. Gioco a pallacanestro da 23 anni, ho fatto un anno di calcio e uno di nuoto; gioco, mi diverto, pratico e me la cavo con la mountain bike, lo sci da fondo, il calcetto a cinque, il trekking, lo snorkeling, il ping-pong, qualche scambio di tennis, il nuoto.

Ho amato, e sono stato amato, due due Fiori di donne, in età e modi diversi. Poi ho provato sentimenti forti che non sono riuscito a classificare con un nome per almeno altre 2-3 donne. E poi qualche clandestinità, qualche storia spezzata o non vissuta, qualche scopata serena, qualche occasione perduta. Come tutti. E come tutti ho ferito, e sono stato ferito. Oggi, sono solo, per scelta coerente nei onfronti del mio voler provare sentimenti forti, veri e definitivi. Magari sbaglio. chissà.

La salute oggi è buona, a parte una contrattura perenne alla schiena e un pollice mal messo. Però in passato ho subito operazioni –ernia,tonsille,menisco,occhio..- ho rischiato la vita –tendaossigeno- ho combattuto allergie anche fortissime, influenze tropicali, debolezza corporea e fragilità ossea e tendinea di svariato genere –legamenti ginocchio sx, legamenti caviglie, distorsioni, lussazioni, e madonne varie-, scogliosi e schiena consumata a 20 anni. Ma tiro avanti, con consapevolezza ed impegno.

Amo viaggiare, Ho combattuto limiti e ostacoli economici e familiari per questo, sono ancora parecchio indietro a mete, ma mi rifarò. Ho viaggiato molto in Italia e in quasi tutte le sue isole, anche minori. E poi francia, spagna, portogallo, germania, svizzera, austria, grecia, slovenia, croazia, svezia, norvegia, Inghilterra. E arriveranno l’irlanda, il giappone, la turchia, e poi chissà.

Amo cucinare. Da quando sono piccolo. Organizzo cene a tema, invento dal nulla, sbaglio, azzecco, e ricerco molto, sui prodotti e sul vino. Sogno di… bhè è un autobiografia che non rivela i sogni, altrimenti poi tra vent’anni cosa vi racconto?

Amo la musica e la fotografia, fotografo per passione con una vecchia reflex ricevuta in eredità, e suono a casaccio una chitarra provando ad impare un qualcosa per cui non sono assolutamente portato.

Amo leggere e camminare. Diciamo che leggo molto di più di quello che cammino. Entrambe queste passioni sono fresche, nate un paio d’anni fa.

Sono fiero e fortunato ad avere delle amicizie, vere. E non occorre aggiungere altro.

Ho abitato in quattro case nella mia vita, e penso siano troppo poche per un trentenne al giorni d’oggi: dueville in via fogazzaro, due ville in via rossini, vicenza in santalucia e ancora dueville all’albergo balena. Alcune di esse radici, altre passaggi. Alcune dovute, altre sudate, altre ancora meritate e guadagnate.

Mi sento vasto dentro. Vasto e de-vastato. Mi sento ricco di cose da donare e allo stesso tempo ancora vuoto e in attesa di ricevere moltissimi input per crescere. Mi sento stanco fisicamente ma pieno di energie moralmente. Mi sento fortunato per molti versi, e sfortunato per pochi altri. Mi sento in evoluzione. Sogno, sogno molto. Ma ad oggi ho pochi obiettivi, facili da raggiungere con un poco di impegno. Un paio di viaggi, un lavoro, uno studio da aprire.

E poi ? Cosa rimarrà ? Una vita di tappe e crescite brevi fino al momento della morte ? E i grandi progetti ? E la Vita da creare ? E le rivoluzioni ? E la pace ? E i sogni ?

Son tre giorni che nuoto. Prima nella vasca vuota della piscina comunale di Canove. Poi nell’ordine dei ricordi autobiografici, nel mio passato e nella mia consapevolezza. Ora nel mare immenso che è la mia coscienza.

Nuoto, e mi interrogo. E ne esce una sola, semplice, secca, aspra, domanda.

CHE CI FACCIO QUI ?



7 commenti:

  1. se Ulisse si fosse fatto quella domanda lì, non avrebbe mai lasciato Itaca. non ascoltare le sirene, i ciclopi, o Poseidone: non avere dubbi di sorta, Nicola, i progetti nascono giorno per giorno, come i fiori di campo.
    S.

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  2. Filastrocca impertinente,
    chi sta zitto non dice niente;
    chi sta fermo non cammina;
    chi va lontano non s’avvicina;
    chi si siede non sta ritto;
    chi va storto non va dritto;
    e chi non parte, in verità,
    in nessun posto arriverà.

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  3. e invece dovresti Consigliare la lettura...fa sentire meno egoisti/e..meglio una domanda che una risposta dicono... finché, purché,affinché, il dubbio non crei inettitudine ma ricerca (come Ulisse appunto) va sfruttato a fondo e senza pietà.
    Luz

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  4. guardati si! dentro...ma sai vedere fuori?

    sono certa di si,ma fallo prima possibile
    marta

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  5. ho guardato fuori troppo tempo, trascurando il dentro. e spesso quando poi il dentro voleva dire la sua, il fuori saltava per aria... ora cerca un equilibrio, e cerco di vedere di più e guardare di meno. cercando sempre qualcosa, sia chiaro..

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  6. Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e cerca di amare le domande, che sono simili a stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera.

    Non cercare ora le risposte che non possono esserti date poiché non saresti capace di convivere con esse.

    E il punto è vivere ogni cosa. Vivi le domande ora.

    Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga, di vivere fino al lontano
    giorno in cui avrai la risposta. Rilke

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