martedì 10 maggio 2011

SURPRISE

E poi. E poi, arriva, arriva sempre, quando proprio non te l'aspetti.
E poi arriva quel fume di lacrime che mesi, forse anni, anni addietro, avevi salutato, una sera di tarda primavera, una sera di festa, una festa di laurea, uno di quei momenti che mai ti saresti aspettato.
Perchè il bello eterno, il bello che non può conoscere fine, abita le stanze della sorpresa, passeggia, sornione, ma non meno consapevole, i corridoi di un palazzo chiamato 'oggi', che tralasciando i rotocalchi gossippiani, ha il sapore di poesia, ma poesia non è, perchè è, naturalmente, realtà.
E allora basta una frase, in un film che qualcuno ti ha argutamente consigliato mesi addietro, basta una frase tradotta, dalla lingua originale, basta una frase tradotta di un film a svuotare la sentina di un uomo. Perchè tutti noi, laggiù, fatichiamo a fare pulizia, e prosciugare, e.
Sei pronto ?
No, mai, quando mai, mai. Mai sarò pronto, mai, saremo, pronti.
E il bello, e il poetico, e il lacrimante, e il profondo, e il leggero, e il gioioso, grazioso, vitale, aerante, solare, ventoso, incerto, e se volete inserire l'aggettivo che più preferite inseritelo perchè ognuno di noi ha il suo e nessuno deve nascondere nascondersi tacere, anzi, l'unica cosa bella, è, urlare.
Urlare. E non c'è urlo più dannatamente vivo e bello di un pianto silenzioso, magari alla luce di un qualche cosa, magari davanti qualcuno, magari.
Non c'è cosa più bella di una sorpresa. Che sia la vita a fartela, o un amico, o una canzone, o qualcosa che credevi perduto, o il destino, o la ragione, o tuo padre, o tua figlia, o un cane, un fiore, un'idea, un ortaggio, un film come nel mio caso, un verbo, un raggio di sole, un bacio, un dolore sopito, una rinuncia, un sighiozzo trattenuto, un libro, un aquilone, un traguardo, una morte, o una gioia, un futuro, un minuto, un soffio di vento, o una sfumatura, una tristezza, un gelato al limone, un sorriso.
Ovunque andiamo, distante, lontano, altrove, fuori via, noi non facciamo altro che aprire sempre di più quella porta affinchè una sorpresa ci viaggi dentro. E lo facciamo solo perchè quando una sorpresa ci viaggia dentro, si piangono lacrime di gioia, naturalmente.

2 commenti:

  1. Forse la sorpresa è così bella perché ci ripaga della (più o meno consapevole) attesa?
    O perché ci stupisce, ci destabilizza, ci sconvolge?
    Resta il fatto che davvero, non c'è cosa più bella della sorpresa.

    “Aprire sempre di più quella porta, affinché una sorpresa ci viaggi dentro”: forse aprire quella porta vuol dire attendere, ma anche cercare, sperimentare.
    Attendere qualcosa, o qualcuno, che non sappiamo neppure noi bene cos’è o chi è. Lasciare accadere le cose che la vita, o il destino, fa passare vicino a quella porta, decidendo se farle entrare o meno. Senza sapere quando e come queste arriveranno e busseranno. Senza sapere, senza subito capire a volte, il perché.
    Oppure sperimentare, lasciando aperta la porta, vedendo cosa arriva. Magari aprendo noi le porte, tutte le porte contro cui andiamo a sbattere.
    Attendere o sperimentare? O entrambe??
    Buona giornata, e buone sorprese!

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  2. I tuoi post sono davvero bellissimi, nel senso che c'è della poesia nelle tue parole, e dunque bellezza. Ma se posso permettermi di darti un consiglio (e approfitto di questo post perché particolarmente emozionante), po' va con l'apostrofo e so senza l'accento. E non lo dico per essere pesante, non ritengo siano critiche sterili. La poesia vuol dire accarezzare le parole, se violentiamo la lingua non rispettandone le regole, la bellezza sbiadisce.

    Complimenti comunque, spero che un giorno le tue parole possano toccare l'animo di molti.

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